Se notate che alcuni mobili antichi in vostro possesso iniziano a tarlarsi dovete immediatamente correre ai ripari prima che gli insetti se li divorino completamente, lasciandovi solamente una manciata di segatura.

I tarli si nutrono esclusivamente delle sostanze che sono contenute all’interno della polpa del legno ed è buona norma contrastare i loro attacchi appena ci si accorge della loro fastidiosa presenza.

Tutti i trattamenti atti a debellare questi insetti xilofagi però, non sono definitivi.

Infatti a distanza di anni, i tarli possono tornare ad attaccare lo stesso pezzo di mobilia ed è necessario intervenire nuovamente con ulteriori trattamenti specifici.

Le larve dei tarli crescono grazie al nutrimento che trovano nelle fibre del legno sia lavorato che grezzo, in genere preferiscono “mordicchiare” i legni ben asciutti, indipendentemente dall’età.

Quasi tutte le tipologie di legno sono attaccabili da questi insetti ad eccezion fatta del pino marittimo e del castagno, questi non sono fra i loro preferiti, perché la parte più interna è molto dura e non riescono a penetrarla con facilità.

In compenso però fanno incetta della corteccia e degli strati più superficiali, riducendoli in polvere in breve tempo.

Esistono diverse specie di tarli che si distinguono a seconda delle dimensioni e dei tempi biologici, in linea di massima al raggiungimento della piena maturità possono avere una lunghezza compresa fra i due millimetri ed un centimetro.

Questi insetti vivono la loro esistenza larvale dentro il legname che può essere lunga solo qualche mese o diversi anni, in seguito le larve divengono farfalle, si accoppiano e depongono altre uova.

Le larve scavano dei tunnel all’interno del legno ed è possibile accorgersi della loro presenza, sia per le tracce di segatura che lasciano ovunque, sia per il rumore che fanno durante la loro principale attività.

I fori che si vedono sulla superficie dei mobili sono il sintomo più palese dell’attacco dei tarli.

Se ci sono buchi caratterizzati da un contorno molto netto di una tonalità di colore molto chiara significa che i tarli sono usciti da poco dal legno ed è probabile che altre larve siano ancora chiuse all’interno del mobile.

Invece se si notano fori più frastagliati e scuri in parte occlusi dalla polvere significa che il legno oramai è stato abbandonato dagli insetti da parecchio tempo.

I fori vecchi si possono chiudere con dello stucco a base di cera solida avente un colore del tutto paragonabile a quello del legno che si sta restaurando.

Se i tarli invece hanno seriamente danneggiato la struttura portante come ad esempio i piedi dei tavoli, è necessario eseguire un’operazione leggermente più complessa.

In alcuni casi, è sufficiente iniettare nei buchi una soluzione di colla vinilica e acqua, in modo tale da riempire le gallerie scavate dagli insetti e solidificare la struttura, per le parti più compromesse, questa operazione va ripetuta diverse volte, fino a quando la colla non si abbasserà di livello asciugando.

Se i tarli si trovano ancora all’interno del legname, è indispensabile effettuare uno specifico trattamento a base di un insetticida specifico, facilmente reperibile in commercio nei negozi specializzati o nelle ferramenta.

Prima di procedere con il trattamento, il legno deve essere pulito bene, è necessario eliminare eventuali residui di polvere e altra sporcizia, successivamente bisognerà cospargere l’intera superficie dell’oggetto in questione, con il prodotto, adoperando un pennello.

L’operazione deve essere eseguita con estrema cura, soprattutto nelle zone non verniciate poichè il legno è più poroso.

In un secondo momento il medesimo liquido deve essere iniettato all’interno di ogni foro, in modo tale che le fibre vengano “avvelenate” e rese immangiabili per i tarli.

L’intero mobile oppure tutte le parti smontabili che lo costituiscono, devono essere messe all’interno di contenitori a tenuta stagna in modo da creare attorno a loro un ambiente saturo di sostanze nocive per gli insetti infestanti.

Questa fase del trattamento deve durare perlomeno un paio di settimane, dopodiché il mobile dev’essere esposto all’aria fino a quando l’odore dell’antitarmico non sarà scomparso.

Il procedimento appena spiegato non ha alcuna efficacia sulle uova quindi è necessari verificare che in estate non si presentino nuovi fori.

In caso contrario il trattamento va ripetuto integralmente.

Se il mobile antico attaccato dai tarli è di gran pregio ed ha un elevato valore artistico è indispensabile rivolgersi ad un esperto del settore per scongiurare il pericolo di commettere errori difficili da rimediare in un secondo momento.

Uno dei metodi più efficaci adoperati dai restauratori è quello che prevede l’utilizzo di fumi tossici.

Questi fumi penetrano a fondo nelle fibre del legno e riescono ad uccidere sia le larve che le uova.

Altri invece preferiscono adoperare le camere a gas o a depressione per eliminare il problema.

Sono tutti metodi molto costosi e vale la pena utilizzarli se i mobili sono di valore.

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